Fotografia di architettura e Paesaggio Urbano
2 – 23 novembre 2016
In sostanza, fare fotografia significa vedere bene le cose. A che scopo? Allo scopo di farle vedere agli altri, che non le vedono così bene. [Paolo Monti]
Fotografare un edificio, una piazza o un monumento è al giorno d’oggi un’operazione quasi scontata, che svolgiamo spesso in modo automatico. Lo facciamo continuamente nelle nostre fotografie di viaggio; altre volte inquadriamo il paesaggio urbano come sfondo ai nostri ritratti, o nelle fotografie di reportage o street photography. In realtà il rapporto tra fotografia e architettura è molto antico, ed ha una storia importante. Fin dal primo dagherrotipo del 1826, i fotografi hanno fotografato lo spazio urbano. Grazie a queste fotografie possiamo conoscere luoghi e realtà lontane, conoscerne la storia e l’evoluzione nel tempo. Grazie alla fotografia, le grandi opere degli architetti contemporanei e del passato possono essere ammirate e conosciute da tutti, in qualsiasi luogo.
Perché questo corso
Perché pensiamo che possa essere interessante fotografare la città ed il paesaggio urbano e che si possano proporre alcuni stimoli-spunti ed un accenno metodologico per vedere bene la città ed i suoi elementi costitutivi, che sono rappresentati dai monumenti più importanti e conosciuti, dalle strade e dalla edilizia anonima e minore.
A partire da alcune immagini esemplari realizzate da grandi fotografi che hanno riflettuto e sviluppato temi analoghi a quello presentato nel corso, saranno approfonditi gli aspetti metodologici della rappresentazione del contesto urbano che potranno essere sperimentati direttamente nel corso delle due uscite previste; il corso, infatti, privilegia la sperimentazione diretta rispetto alla comunicazione frontale e scolastica.
Destinatari: il modulo è aperto a tutti. Sono disponibili un massimo di 25 posti.
Frequenza: 4 lezioni di 2 ore a frequenza settimanale (il mercoledì dalle 21 alle 23), 2 uscite pratiche seguiti dai docenti (il sabato o la domenica da concordare)
Docenti di riferimento: Giovanni Peressotti e Andrea Bonfatti
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