Corso di Ritratto
23 gennaio – 27 febbraio 2019
Se Avedon – che provocatoriamente arriva a definirlo una “menzogna” – esagera, che cos’è un ritratto? Perché ci facciamo fotografare? E il fotografante, cosa vuole raccontare del soggetto fotografato? Quel quid che soltanto quella persona ha e che, a volte, ci sembra possa essere catturato in un’istantanea? È necessario conoscere il soggetto per poterlo ritrarre? Se così fosse non potrebbero essere considerate ritratti la maggior parte delle fotografie di molti professionisti che, per fotografare attori, cantanti o politici, a volte hanno soltanto qualche decina di minuti… Insomma, citando la vecchia leggenda sugli Indiani d’America, “se mi fotografi, mi rubi l’anima”? Secondo molti ritrattisti un’anima c’è eccome, soltanto che è quella di chi esegue la foto…
Secondo Efrem Raimondi “un fotografo non fa altro che raccontare la propria storia: in questo senso ogni soggetto è un pretesto, anche col ritratto. O meglio soprattutto col ritratto, che non restituisce la persona davanti a te, ma restituisce la visione che tu hai di lei” (“La Fotografia non Esiste” – Lectio Magistralis alla Triennale di Milano). E spingendosi oltre arriva a chiedere “dove risiede il ritratto”? È necessario che il volto sia riconoscibile? Secondo lui la risposta no, e ci crede a tal punto che arriva a immortalare Philippe Starck, l’architetto, o Ibrahimović, il calciatore, senza mostrarlo. Secondo Annie Leibovitz un ritratto, in specie se ambientato, al massimo significa cogliere qualche aspetto della storia di una determinata persona, e di conseguenza non può che essere una visione parziale, e per descrivere una persona ne servirebbero decine…
A partire da queste riflessioni e da alcune immagini realizzate da grandi maestri ci sforzeremo di approfondire alcuni degli aspetti metodologici della rappresentazione della figura umana: vi sarà una definizione di quelle che vengono considerate le specificità del ritratto e l’analisi dei cliché; instaureremo un dialogo che comprenderà scelte tecniche quali la luce, le ottiche e il taglio, che partecipano alla cifra espressiva del fotografo. Sì, la luce: perché la pratica verrà effettuata su un set munito di mono torce flash e vari modificatori – i cosiddetti “light shaping tools” – come ombrelli, softbox, ecc., per permettere una riflessione su come questa possa modificare il mood di un’immagine, e per prendere confidenza con alcuni schemi-base della ritrattistica in studio. Verrà affrontato anche il ritratto ambientato e si rifletterà su come mettere a proprio agio la persona fotografata, nonché se stessi.
Il corso privilegerà il confronto e la sperimentazione rispetto alla lezione frontale: i giorni di pratica saranno tre, durante i quali i partecipanti avranno la possibilità di fotografare una persona esterna. Al termine della pratica, le immagini realizzate verranno analizzate e discusse collegialmente.
Destinatari: Il corso è rivolto ai principianti e a tutti coloro che abbiano già una discreta conoscenza tecnica del mezzo fotografico e vogliano approfondire il tema del ritratto nonché sperimentare l’utilizzo della luce per ampliare il proprio linguaggio.
Frequenza: 5 lezioni di 2 ore a frequenza settimanale (il mercoledì dalle 21 alle 23) – 3 giorni di pratica seguiti dai docenti (il sabato e la domenica).
Date: lezioni teoriche: 23 – 30 gennaio – 6 – 20 – 27 febbraio 2019 – Sessioni pratiche: 2 – 3 – 24 febbraio 2019 (dalle 10.00 alle 17.00)